I partecipanti al corso “Gestione in team delle emergenze preospedaliere con la realtà virtuale”
Il 14 e 15 maggio si è svolto al CEFPAS il corso “Gestione in team delle emergenze preospedaliere con la realtà virtuale” organizzato dal Centro in collaborazione con l’azienda Nume Plus di Firenze. Durante la prima giornata di lavori, destinata al team interno del Centro è stato messo in luce come la formazione medica, basata sulla simulazione utilizzando le tecnologie della realtà immersiva, sia uno strumento prezioso per migliorare la pratica clinica e assistenziale. Questo tipo di formazione è infatti in grado di rafforzare la padronanza delle procedure, la capacità di intervenire in team in scenari di diversa natura e l’applicazione delle proprie azioni in contesti specifici (sia outdoor che indoor) in modo realistico. Durante la seconda giornata di lavori, dedicata agli istruttori impegnati in attività formative alle quali si pensa di applicare la nuova metodologia, sono stati ripresi i temi teorici proposti nella prima giornata con particolare riferimento agli aspetti metodologici dell’utilizzo del software SimX che è stato sperimentato concretamente. Abbiamo intervistato Maria Luisa Zoda, Dirigente CEMEDIS e Gianluca Nepi, referente degli ambienti di simulazione della società Nume Plus.
Lorenz Toniolo e Maria Luisa Zoda
Intervista Maria Luisa Zoda, Dirigente CEMEDIS
Qual è stato l’obiettivo dei corsi del 14 e 15 maggio che si sono svolti al CEMEDIS?
La Realtà Virtuale Immersiva (IVR) è una metodica che può contribuire a rendere la formazione sanitaria in simulazione ancora più efficace ed efficiente. Abbiamo, quindi, dedicato due giornate alla sperimentazione di questa nuova tecnologia allo scopo di valutare le sue potenzialità e possibilità applicative per il CEMEDIS. Il nostro intendimento è anche quello di avviare un progetto di ricerca nel settore della realtà virtuale immersiva o mista che coinvolga altri centri di simulazione in Italia e realtà accademiche.
A chi era rivolta l’attività formativa?
Trattandosi di una sperimentazione, abbiamo scelto di destinare una prima giornata al team interno del CEMEDIS costituito da professionisti impegnati nella simulazione, tra facilitatori di simulazione e tecnici delle attrezzature. Nel secondo giorno abbiamo chiesto ai nostri formatori, maggiormente impegnati nei corsi del Centro, di provare direttamente l’utilizzo dei visori prendendo parte ad alcuni scenari virtuali che rappresentavano perlopiù situazioni critiche dell’emergenza urgenza.
Quali sono le prospettive che aprono i corsi?
La realtà virtuale immersiva (IVR) o mista offre possibilità interessanti per il CEMEDIS. Innanzitutto perché la simulazione è con grande probabilità la metodologia formativa di maggiore efficacia in campo sanitario, ma ha una criticità nei costi dei simulatori e in generale nell’organizzazione che finora ne ha rallentato la diffusione. Specialmente i simulatori che utilizzano tecnologie elettroniche avanzate comportano spese non indifferenti che non tutti i centri possono affrontare. La IVR, in linea di massima, non presuppone invece il ricorso esteso ai manichini elettronici e potrebbe quindi contribuire ad un maggiore utilizzo della simulazione, in particolare per esempio nelle attività formative sulla gestione delle maxiemergenze o del lavoro in team. Questa tecnologia si presta anche ad attività didattiche decentrate e su diverse sedi contemporaneamente: uno o più partecipanti possono trovarsi in una sede diversa da quella nella quale si svolge il corso. Questa è una opportunità interessante che comporta implicazioni non solo economiche.
Il percorso formativo rappresenta una novità nel contesto regionale?
Certamente sì. Si è trattato di un progetto pilota innovativo per la sanità regionale che pensiamo di ripetere coinvolgendo le strutture formative delle Aziende sanitarie e delle Università e inserendo questa esperienza nel programma di formazione dei formatori in simulazione che inizierà nei prossimi mesi al CEMEDIS con diverse iniziative rivolte appunto agli operatori di questi enti. Si tratta di appuntamenti su temi specifici come la conduzione del debriefing, la costruzione degli scenari o l’utilizzo delle attrezzature di simulazione e la formazione del paziente simulato.
Il CEFPAS ricorre ormai da tanti anni alla simulazione in alta fedeltà, perché è importante oggi l’utilizzo della realtà virtuale immersiva?
Oltre l’aspetto non secondario dei costi, la tecnologia IVR permette una valutazione dettagliata delle performance, tracciando movimenti precisi, decisioni prese e tempi di reazione. Questo consente un feedback dettagliato che può guidare miglioramenti personalizzati e specifici. Inoltre, questa tecnologia può essere utilizzata in diversi luoghi, rendendo la formazione accessibile ad un maggior numero di persone, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
In conclusione, bisogna ricordare che la IVR è uno strumento con enormi potenzialità che si sta espandendo anche nella formazione sanitaria man mano che la tecnologia evolve, offrendo strumenti sempre più avanzati per migliorare le competenze dei professionisti sanitari in modi innovativi e efficaci. Molto probabilmente nei prossimi anni sarà l’Intelligenza Artificiale a determinare il futuro della IVR, ma di questo avremo occasione di parlare a breve.
Gianluca Nepi, referente degli ambienti di simulazione della società Nume Plus
Intervista a Gianluca Nepi
Quali competenze medico-specifiche credete siano più efficacemente sviluppate tramite l’uso della realtà virtuale immersiva?
La realtà virtuale (VR) in generale e in particolare la VR immersiva (ovvero quella che “trasporta” totalmente l’utente in un contesto altro rispetto a quello reale, contesto che viene percepito come il luogo dove si compiono tutte le sue azioni) possono essere utilizzate efficacemente nello sviluppo di competenze mediche in diversi ambiti che elenchiamo brevemente qui di seguito.
Procedure chirurgiche: l’utilizzo della VR immersiva consente agli studenti di applicare – in un ambiente controllato e sicuro – quanto appreso nella parte teorica e di testare la conoscenza di tutti i più importanti aspetti procedurali. Questo permette di verificare la conoscenza della procedura stessa, migliorare la precisione delle operazioni da svolgere senza però produrre rischi per i pazienti reali. In genere si consiglia l’uso di questi ambienti che privilegiano gli aspetti “procedurali” assieme all’utilizzo di manichini o altri devices di simulazione (pensiamo agli “indossabili”) che permettano di attivare e sperimentare la manualità (come vedremo, si parla in questi casi di simintegration, ovvero integrazione tra forme diverse di simulazione).
Diagnosi: le simulazioni immersive permettono agli utenti di calarsi in scenari che imitano situazioni cliniche reali (una visita, un’attività di corsia, etc…) permettendo loro di prendere decisioni critiche in un ambiente virtuale senza quindi avere conseguenze per pazienti reali.
Gestione delle emergenze in team: questo è un ambito in cui le tecnologie VR immersive assieme alla modalità multiplayer – ovvero alla condivisione dell’ambiente tra più persone che possono interagire tra di loro – hanno un maggiore impatto. Permettono, infatti, di portare i partecipanti in ambiti complessi da allestire presso sedi e di attivare procedure che richiedono un lavoro di squadra. Con questi sistemi non solo si acquisiscono procedure di intervento, ma si attivano e testano gli aspetti più rilevanti del team work, migliorando la loro capacità comunicativa e di gestione del gruppo.
Didattica: esistono molti software che danno la possibilità di esplorare in modo dettagliato e tridimensionale il corpo umano, aiutando gli studenti a comprendere meglio la complessità anatomica patologica e fisiologica.
Soft skills: Comunicazione con i pazienti e il lavoro di squadra possono essere simulati in scenari VR, aiutando a sviluppare abilità interpersonali cruciali in un contesto medico.
Qual è l’importanza e la particolarità del software SimX utilizzato nei corsi del CEMEDIS?
SimX nasce da medici per i medici in USA con l’obiettivo di fornire strumenti innovativi e sostenibili economicamente per formare squadre di operatori in contesti di emergenza-urgenza anche di tipo critico. Il software SimX è particolarmente efficace per la formazione nell’area dell’emergenza e urgenza grazie alle sue capacità avanzate di simulazione in realtà virtuale, che offrono un’esperienza di apprendimento immersiva e realistica per i professionisti della salute in formazione e in aggiornamento. Questa tecnologia è stata progettata per migliorare le competenze di giudizio clinico e decisionale in un ambiente senza rischi, consentendo la pratica di competenze critiche necessarie nelle situazioni di emergenza.
La possibilità di partecipare, attraverso SimX, a scenari multi-giocatore sia co-localizzati che a distanza, favorisce un apprendimento collaborativo permettendo un miglioramento delle abilità comunicative tra team interprofessionali. Inoltre, include strumenti avanzati di valutazione e reportistica che permettono agli istruttori di fornire feedback dettagliati e personalizzati per migliorare l’efficacia della formazione. Nel caso specifico del corso presentato al CEMEDIS, le attività si sono focalizzate su scenari di extra ospedalieri e di maxi emergenza tra i quali:
Scenario ATLS con gestione emorragia e trattamento PNX
Scenario Trauma pediatrico
Scenario maxi emergenza: esplosione in città
Scenario HEMS in ambiente impervio
SimX ha permesso di gestire le seguenti dinamiche:
Complessità: Questi scenari ricreano situazioni di emergenza complesse come disastri naturali o grandi incidenti, che richiedono risposte rapide e coordinate oltre alla gestione di pazienti e figure di vario genere.
Gestione delle risorse: La gestione delle risorse è un punto cruciale in questi contesti. Avere risorse limitate in situazioni di emergenza estrema comporta l’essere in grado di coordinare mezzi, strumenti e risorse umane.
Lavoro di squadra interdisciplinare: La collaborazione tra figure professionali diverse e servizi di emergenza è di vitale importanza in contesti molto complessi.
Quali possono essere i rischi legati alla realtà virtuale e come prevenirli?
L’uso della realtà virtuale comporta alcuni rischi che possono includere disorientamento e nausea, noti come “motion-sickness”. Per prevenirli, è importante calibrare adeguatamente i dispositivi VR per adattarli alle esigenze individuali, garantire tempi di pausa regolari e creare ambienti virtuali ben progettati per minimizzare il disagio visivo. Inoltre, l’uso di hardware di alta qualità e il continuo aggiornamento del software possono contribuire a ridurre questi rischi. È essenziale anche monitorare gli utenti per reazioni avverse durante l’uso di questi sistemi.
In quali ambiti della medicina si avrà la maggiore applicazione della realtà immersiva nei prossimi anni? La realtà virtuale può essere considerata il futuro della medicina?
Vi sono alcuni trend che emergono sia in letteratura che nella nostra esperienza quotidiana nel settore della salute e sanità. Ad esempio riteniamo che nei prossimi anni la realtà virtuale immersiva e la realtà aumentata (AR) potranno essere usate in modo integrato, passando da una forma all’altra tramite gli stessi devices, per essere applicate a vari ambiti della medicina, come:
Formazione ed educazione medica: miglioramento dell’apprendimento per studenti e professionisti sanitari.
Chirurgia: Pianificazione e simulazione di interventi chirurgici complessi. Riabilitazione: Programmi personalizzati per il recupero motorio e cognitivo. Terapia psicologica: Trattamento di disturbi come l’ansia, il PTSD e le fobie.
Assistenza sanitaria remota: Supporto ai pazienti in luoghi lontani tramite consulenze virtuali immersive.
Queste tecnologie pensiamo fermamente che siano in grado di offrire nuove opportunità per migliorare l’efficacia delle cure e l’accesso ai trattamenti medici. Uno dei temi chiavi del prossimo futuro è La Sim Integration. La Sim Integration consente, infatti, di aumentare l’immersività di uno scenario clinico all’interno di una simulazione virtuale utilizzando contemporaneamente ed in maniera sinergica il manichino fisico associato ad un simulatore in grado di ricreare un paziente virtuale.
Sebbene ci siano molte applicazioni promettenti e benefici evidenti, ci sono anche delle sfide da considerare, come il costo dell’attrezzatura VR, la necessità di formazione specifica per utilizzare tali tecnologie e l’accettazione da parte di pazienti e professionisti sanitari. Inoltre, la ricerca deve ancora stabilire in modo definitivo l’efficacia di alcuni utilizzi della VR in ambito medico rispetto ai metodi tradizionali. Tuttavia, l’integrazione della VR nel campo medico continua a crescere, suggerendo un suo ruolo significativo nel futuro della medicina.
Durante l’attività formativa del 14-15 maggio i partecipanti hanno indossato dei visori, qual è il loro ruolo e che tipo di tecnologia è la realtà virtuale immersiva?
SimX ha consentito agli operatori in formazione di calarsi completamente nel contesto operativo, utilizzando dispositivi sanitari (strumentazione medica) normalmente adottati nei diversi contesti ospedalieri e di primo soccorso. La possibilità di utilizzare la realtà virtuale ha consentito di avvertire in modo realistico la “presenza umana” di pazienti e colleghi, attivando le componenti emotive e relazionali oltre ad agire nel proprio ruolo specifico condividendo compiti e procedure. SimX ha previsto una regia controllata da figure che hanno avuto funzioni di tutoraggio didattico in grado di integrare le varie attività con interventi diretti. Uno di questi strumenti è stato l’utilizzo di un canale audio diretto oltre all’attivazione di azioni che i pazienti simulati e assistenti virtuali hanno potuto svolgere grazie al cruscotto di moderazione previsto dal sistema. In specifici casi clinici, vi è stata la possibilità di modificare anche i parametri clinici del paziente e passare a stati diversi della condizione del paziente e/o della location.
La realtà virtuale immersiva è una tecnologia che permette agli utenti di immergersi in ambienti completamente ricreati da computer attraverso l’uso di dispositivi specifici, come visori VR (virtual reality), e talvolta dispositivi di input tattili. Questi strumenti lavorano insieme per simulare un’esperienza sensoriale che può includere la vista, l’udito e il tatto, creando un ambiente altamente interattivo e coinvolgente.
Le caratteristiche principali della realtà virtuale immersiva includono:
Isolamento dal mondo reale: I visori VR coprono completamente gli occhi, isolando l’utente dall’ambiente esterno e concentrandosi esclusivamente sull’ambiente virtuale.
Interazione 3D: Gli utenti possono interagire con l’ambiente virtuale in modo tridimensionale. Ad esempio, possono muovere le mani per manipolare oggetti virtuali, utilizzando dispositivi di input come controller di movimento.
Feedback sensoriale: Alcuni sistemi di VR forniscono feedback tattile o haptico, che simula il tatto attraverso vibrazioni o altre forme di resistenza fisica, rendendo l’esperienza ancora più immersiva.
Adattamento all’utente: La tecnologia VR può adattarsi alle azioni e ai movimenti dell’utente, modificando in tempo reale l’ambiente virtuale per offrire un’esperienza personalizzata.
La realtà virtuale immersiva trova applicazioni in numerosi settori, tra cui l’intrattenimento, l’educazione, la formazione professionale, la medicina, l’architettura e molti altri, sfruttando la sua capacità di creare simulazioni realistiche e coinvolgenti per vari scopi.
In che modo l’efficacia dell’apprendimento tramite realtà virtuale viene valutata e misurata rispetto ad altri metodi di formazione?
L’impiego dei sistemi di realtà virtuale nella formazione offre diversi vantaggi per implementare un sistema efficace di valutazione dell’apprendimento. La realtà virtuale consente la raccolta automatica di numerose informazioni legate alle performance dei partecipanti durante le attività didattiche. Queste informazioni possono essere estremamente dettagliate ed analitiche, evidenziando aspetti che altrimenti non potrebbero essere individuati. L’elaborazione di queste informazioni può avvenire in modo automatico e in tempo reale, producendo report analitici individuali e/o globali. In questo modo, il docente può offrire un feedback immediato ai discenti, ad esempio durante la fase di debriefing e discussione. Allo stesso tempo, la raccolta dati informatica consente di svolgere analisi statistiche globali, analizzando ad esempio l’efficacia dell’apprendimento nel tempo oppure comparando diversi insiemi di discenti.
Consideriamo ad esempio un’attività di simulazione in realtà virtuale svolta all’interno di uno scenario di emergenza urgenza. Durante la simulazione, il sistema potrà raccogliere informazioni estremamente dettagliate, registrando le azioni svolte da ciascun partecipante e i relativi tempi di esecuzione; potrà registrare informazioni relative alla posizione e ai movimenti nello spazio delle persone e alle loro successive interazioni. Queste informazioni potranno essere elaborate in tempo reale, supportando il docente durante la gestione dello scenario; potranno essere impiegate al termine dello scenario, durante il debriefing, in modo da guidare la discussione attraverso dati obiettivi. Infine, la standardizzazione delle valutazioni, permetterà al docente di avere una visione d’insieme, sia dell’intero gruppo di discenti che delle loro performance nel tempo, individuando le eventuali azioni correttive in un processo di continuo miglioramento dell’attività didattica.
Come nasce l’azienda Nume Plus?
Nume Plus nasce nel 2015 dalla volontà e la visione di Giacomo Gensini – attuale CEO – di promuovere l’innovazione tecnologica nell’ambito della formazione medico-sanitaria, aggiungendo interattività agli eventi formativi attraverso soluzioni all’avanguardia atte ad aumentare l’engagement dei partecipanti. La crescente applicazione delle tecnologie digitali nell’ambito della salute e della medicina ha portato l’azienda ad offrire soluzioni tecnologiche e format didattici basati sulla simulazione e sul learning by doing, concentrando la sua attività sullo sviluppo di innovativi strumenti tecnologici per la formazione e l’aggiornamento professionale, applicazioni mobile per la digital health e il decision making support. Grazie alla presenza del prof. Gianfranco Gensini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze dal 2002 al 2013 e un board scientifico riconosciuto e preparato che con gli anni ha affiancato l’azienda, è maturata sempre più l’attenzione verso la simulazione in medicina intesa come modalità formativa essenziale per migliorare il sistema sanitario e garantire migliore cure ai pazienti di oggi e quelli del domani. L’evoluzione rapida e crescente della tecnologia, ha permesso a Nume Plus di abbracciare le più recenti innovazioni nell’ambito della formazione in sanità ponendo una forte attenzione nello specifico alla realtà virtuale e aumentata, posizionando l’azienda come leader in Italia del settore, grazie ai più evoluti software sul mercato che Nume oggi distribuisce in maniera esclusiva su tutto il territorio.
Ha partecipato alle risposte Lorenz Toniolo, responsabile dell’erogazione dei progetti formativi della Società Nume Plus.
L’intervista è stata realizzata da Ilenia Inguì, Dirigente del Servizio Comunicazione del CEFPAS.
L’articolo Le opportunità e le sfide della realtà virtuale immersiva: ce ne parlano Gianluca Nepi e Maria Luisa Zoda proviene da CEFPAS | Centro di Formazione Sanitaria.